Era così prima del restauro
Quando arrivò in negozio fece rabbrividire molte persone, quasi nessuno aveva fiducia potesse diventare una porta arredativa, era malridotto, in pessimo stato, sporco, consumato, io l’avevo già visto, studiato e sapevo che avrebbe meravigliato molti alla fine del restauro. Certo un restauro corposo, consistente, ma sapevo che l’avrei reso elegante, attraente, di classe. Mi misi subito al lavoro, certo ci vollero tanti interventi di falegnameria, ma uno dopo l’altro crebbe, fuoriuscì la sua personalità, dimostrò quello che era stato, uno strumento di protezione importante di una cantina di un antico monastero del ‘ 500 poi diventata abitazione. Quanti intrighi, vicende violente aveva visto! Pensate mi dissero che erano stati chiusi, ma lì una volta c’erano anche dei pozzi “a rasoi“! Quanta pioggia ed ultravioletti lo avevano scolorito, eppure un colore sotto c’era e pian piano da assenti, i colori emersero, sia i cupi che i chiari e la paglietta e la gommalacca avrebbero fatto il resto. Mentre liberavo il legno da ciò che lo nascondeva e non faceva respirare, effluvi diversi emergevano…vino, mosto, ciliegie, cera…aveva assorbito tutto ed ora lo cedeva rammentandomi cosa aveva visto. Allungamenti, allargamenti, gli incollaggi, le pezze tante, ma stava diventando oggetto di arredamento, quasi una porta. Ed ancora tante tante patinature dopo le mordenzature e spagliettature, rifissaggio dei catenacci, delle piane, degli incontri, stuccature basse, ferle piantate ed acciaccate, ceratura copiosa con cera d’api vergine disciolta senza solventi tossici e lucidatura a mano con panni di lana, null’altro. Il resto lo potete desumere e vedere dalle foto, grande risultato e soddisfazione personale e tanti apprezzamenti finali.
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